Tutto ciò che è utile sapere per organizzare una visita all'isola di Montecristo, la più selvaggia e remota dell'arcipelago toscano.
Un'esperienza indimenticabile, alla scoperta dell'isola del tesoro.
Resa celebre dal famoso romanzo di Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo, quest'isola remota ha da sempre affascinato i viaggiatori più intrepidi e curiosi, grazie alla sua natura incontaminata e alla politica di stretta regolamentazione degli accessi, che ne preserva intatta la bellezza.
Ma come organizzare una visita a Montecristo?
Va detto subito, non è possibile visitare l'isola in autonomia, per farlo è necessario prenotare un' escursione organizzata dalle guide del parco e armarsi di pazienza. Infatti, l'accesso è consentito solo a 1700 persone all'anno e la precedenza viene data a scienziati, ricercatori e scolaresche.
Inoltre, le visite si effettuano solo in alcuni periodi dell'anno, perchè l'escursione è strettamente vincolata alle condizioni meteo: le condizioni di navigazione, tendenzialmente più sfavorevoli d'inverno e la possibilità di muoversi in sicurezza all'interno dell'isola, le cui rocce granitiche diventano particolarmente scivolose in caso di pioggia, restringono la possibilità di visita nei mesi da maggio ad ottobre.
Le visite sono organizzate solo nei week end, si effettuano in giornata e hanno un costo di 120euro a persona, comprendente il trasporto da e per l'isola e una guida durante tutta l'escursione. Il numero massimo dei partecipanti a giornata è 70: le persone verranno poi divise sull'isola in piccoli gruppi da 12, ognuno dei quali percorrerà con la propria guida l'itinerario.
La lista d'attesa per poter visitare l'isola è lunga - generalmente si parla di 3 anni - ma, dal momento che spesso ci sono defezioni dell'ultimo minuto, vi consiglio di scrivere direttamente al parco info@parcoarcipelago.info chiedendo di iscrivervi alla newsletter, in modo da ricevere tempestivamente informazioni in caso di nuove disponibilità.
La partenza per le escursioni è prevista dal porto di Piombino o da Porto Azzurro (isola d'Elba)
Il calendario delle escursioni è disponibile online
Cosa fare all'isola di Montecristo
L'emozione aumenta man mano che ci si avvicina all'isola e se ne intravedono i profili delle montagne, il colore bianco del granito che sembra brillare grazie al riflesso del sole.
Gettiamo l'ancora e veniamo invasi da una sensazione strana, surreale: ci troviamo in un'isola deserta, tutto intorno montagne, mare, silenzio.
Guardiamo il telefono: nessun segnale, come è normale che sia. Ci guardiamo intorno: nessun chiosco, nessun albergo, nessun negozio di souvenir, nessun via vai confuso di persone indaffarate, nessun turista che armeggia con l'ombrellone, nessun bambino che si tuffa dagli scogli. Niente di niente: quest'isola è fuori dal tempo, fuori dal nostro immaginario.
Vorremmo dire qualcosa ma non lo facciamo, ci sembra di rompere l'incantesimo. Rimaniamo in profondo silenzio e intima contemplazione per qualche minuto, finché non intravediamo due figure che si avvicinano veloci alla nostra imbarcazione: sono i Carabinieri della Biodersità, deputati alla tutela dell'isola, che ci danno il permesso di sbarcare.
Ci troviamo a Cala Maestra, unico approdo dell'isola, una piccola porzione di spiaggia bagnata da un mare di un colore blu intenso.
E' qui che scegliamo uno dei due percorsi trekking disponibili e veniamo assegnati ad un piccolo gruppo, capitanato da una guida.
I percorsi si differenziano per livello di difficoltà e punti di interesse: il percorso che porta al Belvedere dura un paio di ore, è lungo 2KM, con un dislivello di 230m e presenta una difficoltà minore, mentre quello che conduce al Monastero ha una durata di 3h:30, è lungo 3,5KM con un dislivello di 460m ed è di difficoltà elevata. Al termine del trekking è possibile visitare la Villa Reale e il piccolo museo. L'isola ha quindi un richiamo tendenzialmente naturalistico, è possibile avvistare specie endemiche, osservare la rada vegetazione e godersi lo spettacolo delle rocce granitiche che sovrastano il mare.
Non è consentita la balneazione nè posizionare teli mare/ombrelloni sulla spiaggia, per tutelare la fauna marina.
Non è inoltre possibile la libera circolazione sull'isola: ogni luogo è visitabile solo se accompagnati dalla guida e lungo il percorso stabilito, il che contribuisce ad amplificare quella sensazione di mistero e di territorio inesplorato che ci accompagna durante tutta la giornata. Non stupisce che l'isola abbia esercitato un richiamo attrattivo così potente per secoli e secoli, che abbia ispirato narrazioni e generato leggende: ad ogni angolo la tentazione di uscire dal sentiero e avventurarsi lungo i profili delle montagne è fortissima, è un luogo di un' energia particolare, difficile da descrivere a parole o da immortalare con immagini.
Trekking al Monastero
Durata: 3h:30
Lunghezza: 3,5KM
Dislivello: 460m
Altezza massima raggiunta: 320 mslm
Difficoltà: Impegnativo
Punti di interesse: Monastero di San Mamiliano, Grotta del Santo, Mulino Idraulico
Il trekking ha inizio nella spiaggia di Cala Maestra e procede subito in salita, con forte pendenza, lungo le rocce granitiche. Già dopo i primi 10 minuti di cammino si apre una visuale spettacolare: da una parte il mare cristallino e dall'altra le montagne frastagliate
Durante tutta la salita, la guida dettaglierà ogni aspetto di flora e fauna dell'isola, riferimenti storici, curiosità. La salita terminerà al monastero di San Mamiliano, che si trova a 320 mslm.
Il monastero sorge attorno al V secolo e viene definitivamente abbandonato dai monaci nel 1553, per poi essere saltuariamente abitato da eremiti fino alla prima metà dell'ottocento.
Nella sua estrema semplicità è racchiuso lo spirito dell'isola: l'essenziale, nulla di più. Si staglia maestoso e fiero sul mare, dando le spalle alle montagne, sul fianco dell'isola.
Il percorso prosegue tra sali scendi fino ad arrivare alla Grotta di San Mamiliano e ai ruderi del Mulino Idraulico. La grotta, secondo la tradizione popolare, sarebbe il luogo dove il Santo trascorse la sua vita. Al suo interno sono presenti offerte al Santo di pellegrini e marinai che, lasciando un proprio oggetto, sperano di ottenere la sua protezione.
Rientrati a Cala Maestra, sarà possibile visitare la Villa Reale, l'orto botanico e il museo dell'isola.
Con un pò di fortuna, durante il trekking potrebbe capitare di imbattersi in qualche esemplare di Capra di Montecristo, schivo abitante dell'isola. Osservarla nel suo slancio di agilità mentre attraversa indisturbata le rocce di granito è un'esperienza bellissima. Si tratta di un incrocio tra capra selvatica, probabilmente introdotta durante il medioevo dai monaci camaldolesi e capra domestica, portata nell'isola in epoche successive.
Le corna del maschio sono estremamente sviluppate (lunghe fino a 60cm) e formano una scimitarra rivolta all'indietro, che le conferiscono un aspetto simile a quello di uno stambecco
Le difficoltà del trekking sono legate principalmente alla pendenza (piuttosto elevata sia in salita che in discesa), al terreno disconnesso e alla scivolosità del granito. Nei tratti più pendenti è presente una corda per aiutarsi a mantenere l'equilibrio ed evitare di scivolare.
Non si tratta di veri e propri sentieri, quanto piuttosto di percorsi tra le rocce e sul granito e, nonostante non si arrivi in quota, l'esperienza è paragonabile alla percorrenza su un sentiero di montagna, quindi sono necessari abbigliamento e scarpe adeguate. Prestate attenzione se avete problemi agli arti inferiori, poiché sono frequenti tratti nei quali le ginocchia vengono sollecitate.
Cosa portare
L'isola di Montecristo è disabitata, non è possibile acquistare bevande, cibo o equipaggiamento, è quindi importante disporre di tutto il necessario prima di arrivare sull'isola.
Acqua: almeno 2L. Non vi è ombra durante tutto il percorso, quindi è importante dotarsi di una buona scorta di acqua
Scarponi a caviglia alta: le suole degli scarponi devono avere un ottimo grip, perchè il terreno è molto sconnesso e a tratti scivoloso, la caviglia alta è fondamentale vista la presenza di vipere (noi ne abbiamo viste due durante il cammino, fortunatamente in mezzo agli arbusti e a distanza di sicurezza)
Pranzo al sacco: la pausa pranzo è prevista a metà percorso, una volta raggiunto il monastero. Ricordatevi di portare anche un sacchetto dove buttare i rifiuti perchè sull'isola non è possibile buttare nulla
Antivento: non essendoci alta vegetazione, le raffiche di vento sono frequenti
Binocolo: per poter osservare le specie animali
Bacchette da trekking: utilissime per mantenere l'equilibrio soprattutto in discesa
Cappellino: si inizia a camminare alle 11:30 e si termina alle 15:30, con il sole sempre a picco
Zaino da escursione giornaliera
Sono tante le motivazioni che potrebbero spingervi a visitare questa isola, ma quella che ho ritenuto dirompente, pervasiva, è l'esperienza di totale estraniazione, isola - ti, per l'appunto.
Un tempo breve a contatto con la quiete e la semplicità, scandito dal susseguirsi dei pensieri e dalle improvvise intuizioni che un posto come questo è in grado di generare
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