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VISITA AL SANTUARIO DI SAN ROMEDIO

Writer's picture: Sara PigmeiSara Pigmei

Questo incredibile eremo sorge su uno sperone di roccia a 99 metri di altezza. E' un capolavoro architettonico, un luogo dall'indescrivibile carica spirituale, immerso nei boschi e circondato da alte pareti di roccia. Come arrivarci e cosa aspettarsi?



I motivi per cui vale la pena spingersi fino al Santuario di San Romedio, in Val di Non, sono molteplici: la spiritualità del luogo, indescrivibile a parole, lo spettacolare sentiero che conduce al Santuario, l'insolita bellezza architettonica di un eremo che sembra un tutt'uno con la roccia che lo sorregge.


Come raggiungere il santuario

Esistono vari sentieri che conducono al Santuario di San Romedio, ma quello che in assoluto rimane il più scenografico è quello ricavato nella roccia, che sovrasta il rio omonimo. Camminare lungo questo sentiero, dall'impagabile bellezza naturalistica, è un'esperienza imperdibile.




Il sentiero si sviluppa in piano e non presenta particolari difficoltà, ha una durata di 50 minuti e si estende su roccia per il primo tratto, per poi proseguire nel bosco.

Per percorrerlo, si può lasciare l'auto nel parcheggio del Museo Retico, a Sanzeno, e seguire le indicazioni per Cammino Jacopeo D'Anaunia. L'inizio del sentiero è in corrispondenza di una passerella in legno, che conduce al tratto su roccia.

Lungo tutto il percorso incontrerete le indicazioni riservate ai pellegrini del Cammino Jacopeo, fino a quando raggiungerete un bivio che vedrà i pellegrini imboccare una direzione differente dalla vostra.

Giunti su strada asfaltata, vedrete apparire la roccia che sostiene il santuario e avrete un primo assaggio di ciò che rende magico questo luogo.

Per i più pigri, è possibile raggiungere il santuario anche in macchina. E' disponibile un parcheggio al termine della strada asfaltata, dal quale ha inizio una scalinata che in pochi minuti conduce alle porte del Santuario.

La vista migliore sull'eremo

Certo, al termine della scalinata che conduce al Santuario avrete la sensazione di trovarvi di fronte ad un'opera dall'indubbio valore architettonico, ma la visione risulterà tuttavia parziale, poiché per apprezzarne davvero l'unicità è indispensabile osservarlo dall'alto.

Qual è quindi il luogo migliore per osservarlo?

Poco distante dall'ingresso dell'eremo, alle spalle del cancello, si apre una strada: seguite le indicazioni per il cimitero. Una ripida scalinata vi condurrà in un paio di minuti sulla sommità di una roccia, sovrastata da un minuscolo cimitero all'interno del quale riposano gli uomini e le donne di fede che ,negli anni, si sono susseguiti alla guida e alla cura del Santuario. Da qui, la vista che si apre sull'eremo è di una bellezza disarmante.



Bruno: cosa ci fa un orso nell'eremo?

All'interno di un area di circa un ettaro attorno all'eremo vive in semilibertà Bruno, uno splendido esemplare di orso abruzzese.

Perchè si trova qui? la storia di Bruno ha un triste preludio: l'orso, catturato da cucciolo con lo scopo di farlo diventare un fenomeno da baraccone, era costretto a vivere all'interno di una minuscola gabbia in provincia di Roma, detenuto illegalmente e in pessime condizioni. Liberato nel 2001 dalle forze dell'ordine, fu trasferito nel Parco Nazionale d'Abruzzo dove, incapace di provvedere in autonomia al proprio sostentamento a causa della condizione di forzata cattività, visse per 10 anni all'interno di un recinto. Nel 2013 divenne possibile ospitarlo a San Romedio, all'interno di un'area 25 volte più grande. Da allora, l'area circostante l'eremo è diventata la sua casa. Ogni giorno un custode forestale si occupa della sua alimentazione; il cibo viene nascosto in diversi punti all'interno del bosco per consentire a Bruno di mantenere allenati olfatto e motricità.

Intorno al santuario un'alta recinzione separa l'area riservata ai pellegrini da quella abitata da Bruno. Se siete fortunati, potrete scorgerlo, durante le sue passeggiate nel bosco. E' indispensabile attenersi a delle semplici regole di buon senso: non urlare, non lanciare cibo, non disturbarlo.

L'interno del Santuario

Il Santuario è aperto tutti i giorni dell'anno e l'ingresso è gratuito.

Un'imponente scalinata esterna vi condurrà all'interno delle mura, in un percorso che si sviluppa verso l'alto su 3 piani, ognuno dei quali ospita un piccolo luogo di preghiera.

Sono tantissimi gli ex-voto appesi alle pareti, un segno tangibile di riconoscenza per aver ricevuto una grazia: i devoti ringraziano per la nascita di un figlio, per una guarigione, per l'amore ritrovato.

La parte più alta è interamente costruita su uno sperone di roccia alto 99 metri, da dove è accessibile lo splendido punto panoramico esterno, un tratto esposto protetto da un parapetto dal quale si può godere di una vista incredibile sul canyon sottostante.

Questo luogo esercita un richiamo spirituale particolare, impossibile da descrivere a parole.


La Storia di San Romedio

Romedio, erede di una ricca famiglia bavarese, visse tra il IV e il V secolo. A seguito di un pellegrinaggio a Roma, donò tutti i suoi beni alla Chiesa e si ritirò in eremitaggio.

La leggenda narra che, dovendo intraprendere un viaggio verso Trento per far visita al vescovo della città, Romedio chiese ad un suo discepolo di sellargli il cavallo.

Egli tornò portando notizia che il cavallo era stato sbranato da un orso. Il Santo non mostrò segni di turbamento e anzi ordinò di sellare l'orso, il quale, docilmente, non oppose resistenza e condusse il Santo a Trento.

Questo è il motivo per il quale il Santo viene raffigurato con un orso al suo fianco.

San Romedio è il patrono protettore dei pellegrini e degli escursionisti e si celebra il 15 gennaio, in una festa che prevede una processione al Santuario in notturna con le fiaccole .

All'eremita è dedicato un percorso di pellegrinaggio, Il Cammino di San Romedio, lungo 180KM e composto da 12 tappe, con partenza Thaur (la città di origine del Santo) e arrivo al Santuario. Il cammino è nato nel 2014, grazie all'iniziativa privata del parroco Martin Ferner e della guida alpina Hans Staud, entrambi di Thaur, e intende ripercorrere il percorso intrapreso dal Santo verso San Romedio.

 

Buona scoperta!

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