Itinerario di 8 giorni completo e tutto ciò che è necessario sapere prima di avventurarsi alle Lofoten d'inverno
Cosa porta le persone a spingersi alle Lofoten d'inverno, quando la notte polare ci concede solamente poche ore di crepuscolo al giorno (dalle 11 alle 14 circa)? L'esperienza del buio, quello vero, quello intenso, che avvolge le meravigliose montagne di queste isole, spinge alla riflessione, al pensiero e soprattutto costringe a fermarsi. In una società sempre più improntata all'azione e alla frenesia, dove il rallentare è considerato peccato, fare esperienza di qualcosa di diverso può regalare momenti di profonda riconsiderazione di ciò che facciamo
Di seguito l'itinerario che ho seguito, i posti che ho visitato, le esperienze che ho vissuto, i luoghi in cui ho dormito e, aspetto meno romantico, i costi sostenuti :)
DAY1, 27 Dicembre: Il mio viaggio alle Lofoten inizia con un volo su Oslo gestito da Norvegian e con partenza Venezia (costo 118euro).
Il trasferimento dall'aeroporto al centro città è gestito da un treno ad alta velocità con partenza direttamente dall'aeroporto, che in poco più di 2 fermate vi porterà in centro città ad Oslo (treno flytoget, biglietto acquistabile su internet pre partenza o in alternativa direttamente in aeroporto, 18euro per tratta, si arriva ad Oslo città in circa 20 min, partenze ogni 10 minuti durante il giorno e ogni 20 la sera tardi e la mattina presto).
Per scelta e preferenze di viaggio (non sono grande amante delle città), ho deciso di dedicare ad Oslo solo una giornata, durante la quale ho visitato il Centro Nobel per la Pace e il museo di Munch. In particolare il Centro Nobel è una visita che assolutamente consiglio. E' ben strutturato e decisamente interessante. Ho girato Oslo a piedi, avendo scelto un albergo posizionato in pieno centro città. I prezzi di Oslo sono alti, come in tutte le città nordiche, ma l'albergo scelto è uno di quelli con i costi più abbordabili e un'ottimo rapporto qualità prezzo (85 euro): Citybox Oslo.
DAY2, 28 dicembre: Volo da Oslo a Narvik con Norvegian (costo 198euro A/R). Ci sono vari modi di arrivare allo Lofoten: con volo su Svolvaer (scartato perché troppo caro), con volo su trømso (scartato perchè troppo distante rispetto all'itinerario che avevo ipotizzato di fare in auto), oppure in barca (scartato perchè le partenze giornaliere delle barche d'inverno non erano compatibili con i piani di viaggio). A Narvik abbiamo noleggiato un auto (costo 634euro per 6 giorni, con la compagnia Sixt) e con questa, in 3h di viaggio, raggiunto Svolvaer, che occupa una posizione centrale nelle Lofoten e che quindi si presta ad essere il punto di partenza del viaggio. Per l'auto consiglio il chilometraggio illimitato e una polizza assicurativa completa, che copra da eventuali danni, oltre che ovviamente i pneumatici da neve, indispensabili per affrontare le nevicate che, immancabilmente, arriveranno.
Alle 14 cala il buio e raggiungiamo Svolvaer senza avere la minima idea di cosa ci circondi. La sensazione è quella di essere completamente avvolti dall'oscurità, senza nessun punto di riferimento che non sia la strada che si percorre (ovviamente illuminata solo dai fari dall'auto, non esistono 'lampioni' nelle strade delle Lofoten). Non ci sono abitazioni né ristoranti sulle oltre 3h di strada che abbiamo percorso, pertanto abbiamo fatto una piccola deviazione e ci siamo fermati in un supermercato per comprare l'occorrente per un paio di panini e fatto la spesa per i giorni seguenti. Nei nostri 6 giorni di permanenza alle Lofoten, siamo riusciti a trovare solo un ristorante aperto (per loro è bassissima stagione e i pochi ristoranti dell'isola ne approfittano per andare in ferie), quindi consiglio fortemente di prenotare Rorbuer (le tipiche casette in legno dei pescatori) o strutture che abbiano una cucina a disposizione per cucinare alla sera, l'alternativa è il digiuno :). Inoltre, in Norvegia gli alcolici sono monopolio di stato e si possono acquistare solo nei Vinmonopolet, rivenditori autorizzati (di proprietà dello stato), che possono vendere bevande con un contenuto alcolico superiore al 4,75% (le birre quindi si trovano anche al supermercato, ma se siete amanti del vino, dovrete cercare un Vinmonopolet); durante tutto il nostro itinerario abbiamo trovato solo 2 Vinmonopolet, peraltro con orari di apertura piuttosto ridotti, quindi consiglio di acquistare il necessario nel primo che trovate (noi siamo andati in quello vicino a Svolvaer), oppure di fare scorte al Duty Free dell'aeroporto di Narvik (dove i prezzi sono decisamente più abbordabili).
A Svolvear abbiamo alloggiato a Villa Svolvær, location centrale, con cucina a disposizione, a 89euro. In tutta la nostra permanenza non abbiamo mai incontrato addetti al check in, le informazioni per recuperare le chiavi delle sistemazioni e lasciarle o per aprire i codici di sblocco delle porte ci erano sempre forniti via mail un paio di ore prima dell'arrivo; quindi se avete bisogno di informazioni, considerate che con ogni probabilità non incontrerete mai un essere umano in carne e ossa a cui chiederle.
Anche a Svolvaer, nonostante sia la città principale delle Lofoten (4300 abitanti), non abbiamo trovato un ristorante o un negozio aperto, quindi ci siamo diretti verso l'unico locale disponibile, il Magic Ice, locale costruito interamente con il ghiaccio. Per accedere vi forniscono una tuta termica, dei guanti e un cappuccio di lana. Una volta all'interno potrete degustare un cocktail seduti in tavolini fatti di ghiaccio, bere da un bicchiere fatto di ghiaccio e visitare il locale, che si compone di una serie di sculture di ghiaccio e uno scivolo di ghiaccio (ingresso e cocktail 25euro)
DAY3, 29 dicembre: Ci svegliamo di buon ora, ma dobbiamo attendere fino alle 11 per poter riuscire a vedere qualcosa; sarà solo a quell'ora che l'oscurità lascerà posto al crepuscolo, permettendoci finalmente di renderci conto del magnifico scenario nel quale siamo inseriti: meravigliose montagne, fiordi, paesaggi che sembrano uscire da una cartolina e pittoresche casette di pescatori che fanno capolino da ogni angolo.
Dopo un veloce giro a piedi per Svolvaer, partiamo alla volta di Henningsvaer, che raggiungeremo in circa 30 minuti di auto. Henningsvaer è nota per ospitare lo stadio più bello del mondo, una location davvero suggestiva a picco sul mare e la strada per arrivarci è straordinaria, con ponti che attraversano le isole in un'atmosfera magica
Purtroppo il buio incombe e decidiamo di metterci in strada per raggiungere Ballstad, dove passeremo la notte. In un'ora e trenta circa raggiungiamo la città, nota per i frequenti avvistamenti di aurora boreale. Purtroppo alla sera sopraggiunge una tempesta, che ovviamente non rende possibile l'avverarsi del fenomeno. Abbiamo dormito in una fantastica location, dove ci siamo goduti lo spettacolo del mare in tempesta dalla splendida vetrata della nostra camera. A disposizione degli ospiti vi è anche una sauna a vetrate sul mare e una meravigliosa botte idromassaggio esterna sul mare (di cui purtroppo non abbiamo potuto usufruire viste le condizioni del tempo). Dal momento che il riscaldamento dell'acqua nell'idromassaggio prevede l'accensione del fuoco (è a legna), se avete intenzione di usufruirne dovrete avvisare la struttura prima del vostro arrivo, in modo che possano prepararvela. Il nome dell'albergo è Solsiden Brygge Rorbuer, 160 euro con prima colazione inclusa.
DAY4, 30 dicembre: Iniziamo la nostra discesa verso il cuore delle Lofoten, visitando i classici paesini di pescatori. Partiamo con Nusfjord,a circa un'ora di distanza, meravigliosa cittadina con 100 abitanti.
Dopo una breve sosta, proseguiamo in direzione Reine (a 1h di distanza) e ci fermiamo lungo il percorso in spiagge bellissime, dove qualche irriducibile si dedica al surf (c'è un freddo e un vento pazzesco e l'acqua è di una temperatura che non invita certo all'audacia) e a contemplare le distese di merluzzi esposti all'aria. Le Lofoten vantano una enorme esperienza nella pesca e conservazione del merluzzo, la sua esportazione costituisce il principale business delle isole. Noi purtroppo non siamo riusciti ad assaggiarlo, dal momento che non siamo riusciti a trovare ristoranti aperti, ma pare che sia sopraffino.
Una volta giunti a Reine, splendida cittadina immersa nelle montagne, ci spostiamo alla famosa Hamnøy (che si trova a circa 5 min da Reine), celebre per la foto copertina della recente guida Lonely Planet.Il punto panoramico non è segnalato quindi noi ci abbiamo messo circa un'ora a capire quale fosse la location esatta. L'angolatura giusta per scattare la foto alla Lonely Planet è sul ponte. Parcheggiate la macchina poco prima del ponte e poi attraversatelo a piedi. Essendo molto esposto al vento, probabilmente riuscirete a resistere pochi minuti prima che le temperature gelide vi facciano desistere e riporre l'attrezzatura fotografica :).
Proseguiamo per Å, il paese con il nome più corto del mondo, all'estremo sud delle Lofoten, che raggiungeremo in circa 15 minuti d'auto. Ad A alloggiamo in una splendida Rorbuer sul mare, con una cucina attrezzatissima e un meraviglioso spazio esterno con tanto di tavolino, purtroppo inagibile per via delle gelide temperature. Ceniamo in Rorbuer grazie alla cucina attrezzatissima (e comunque non avremmo avuto alternative, dato che non vi erano ristoranti aperti da nessuna parte), ascoltando il rumore delle onde del mare che si infrangono sugli scogli e guardando le stelle, più luminose che mai grazie alla profonda oscurità. Dopo cena proviamo ad addentrarci nel bosco per provare ad avvistare l'aurora, le previsioni sostengono che intorno alle 23 potrebbe esserci attività nella nostra zona (consiglio di consultare sempre il sito https://www.norway-lights.com/#alta per il forecast dell'aurora). Sconsolati e congelati rientriamo in Rorbuer: anche per questa sera nessun avvistamento.
Rorbuer ad Å: Å-Hamna Rorbuer, 126 euro.
DAY5, 31 dicembre: Ci svegliamo con una forte nevicata e proviamo a visitare A, purtroppo tutti i musei cittadini e i pochi bar sono chiusi, inoltre le temperature, a causa dei forti venti, non ci hanno permesso di stare all'aperto per più di un paio di ore. Di conseguenza partiamo in direzione Flakstad Kirke (unadeliziosa chiesa di legno), fermandoci nelle spiagge di Skagsanden e Ramberg, circa a un'ora da Å. Il piano prevedeva anche la visita a Lofotr Vikingmuseum, un'edificio vichingo che è stato l'abitazione di un capo vichingo, ora diventato museo (purtroppo anche quello era chiuso). Avremmo voluto anche passare per il punto panoramico di Eggum, ma la strada era ghiacciata e non in buone condizioni, quindi purtroppo abbiamo dovuto desistere.
Il nostro plan prevedeva a questo punto il rientro a Svolvaer per passare la serata dell'ultimo dell'anno in una città che offrisse quanto meno un ristorante o qualche contatto umano (non siamo riusciti ad interagire con nessun local per tutta la durata del nostro viaggio; le cittadine erano deserte e i locali chiusi). Ma, amareggiati per non aver visto l'aurora neanche una sera, e attratti dalle previsioni che promettevano un avvistamento nei dintorni di Narvik, abbiamo deciso di proseguire e dedicarci alla ricerca della maestosa Northern Light.
Le strade, in generale, sono ben tenute alle Lofoten e non ho mai avuto un'avvisaglia di pericolo: bisogna semplicemente fare i conti con il buio che regna sovrano e con la neve. Il ritorno a Narvik è stato però più complicato: da Å ci abbiamo messo circa 8h, con i vari pit stop, la neve continuava a cadere imperterrita e sempre più forte man mano che risalivamo le isole, complicando ulteriormente la nostra traversata. Abbiamo raggiunto Narvik intorno alle 22, proprio quando il forecast prevedeva indebolimenti nell'attività dell'aurora. Abbiamo quindi seguito l'attività boreale fino in Lapponia Svedese, dove, a pochi minuti dalla mezzanotte, l'aurora ha fatto una breve e lieve apparizione.
Attendiamo un altro paio di ore immersi nella foresta, con i piedi ormai ghiacciati (a poco è servito accendere un fuoco per provare a scaldarsi, la temperatura era di -7 ma la percepita, per via dei venti e dei piedi completamente immersi nella neve, era nettamente inferiore. Con il senno di poi consiglio di dotarsi di un paio di scarpe completamente idrorepellenti e con il pelo interno, per permettere ai piedi di stare al caldo. Tutti i local ne indossano un paio: sono sgradevoli alla vista ma decisamente funzionali). Festaggiamo l'ultimo dell'anno in una piazzola mentre rientriamo a Narvik, brindando con una lattina di birra avanzata dal nostro assalto al super market e rientriamo a Narvik, dove abbiamo alloggiato al Narvik Hotel Wivel, 121 euro, compresa la prima colazione. Nulla di entusiasmante ma era l'unico disponibile la sera del 31 dicembre poche ore prima del nostro arrivo.
DAY6, 1 gennaio: Sono sempre stata affascinata dalla cultura Sami, di conseguenza ho deciso di incontrare uno di loro. Partiamo quindi verso Gratangen, salendo più a nord (a circa un'ora di distanza da Narvik), e incontriamo Ronald, un Sami norvegese. Ronald, che vive all'interno di una foresta con la moglie, i suoi due splendidi bambini e i suoi husky, ci ha condotto nella sua Lavvu (la classica tenda Sami) e abbiamo passato 4h con loro discorrendo della loro cultura, delle loro tradizioni e cerimonie. Immancabile, poi, un'uscita con le slitte trainate dai cani all'interno della foresta, un'esperienza davvero indimenticabile (totale 170ero). Per informazioni: https://deepforesthusky.com (Ronald è il proprietario di questa piccola attività, al momento della nostra visita avevano iniziato da circa un paio di mesi e quindi pochissimi clienti all'attivo). I cani vivono all'interno della foresta, sono circa una cinquantina, trattati con rispetto e dedizione da Ronald. Va detto che io odio le attività particolarmente turistiche e che prevedono il classico sovraffollamento. Preferisco, quando viaggio, dedicarmi ad attività più autentiche e assolutamente lontane dal turismo di massa. Nella attività di Ronald ho trovato esattamente quello che cercavo: gli unici 'turisti' della giornata eravamo noi e una coppia di americani, la difficoltà a raggiungere il luogo con i mezzi propri (è necessario spingersi all'interno di strade secondarie che costeggiano una foresta e che di conseguenza sono poco battute e malmesse) e il fatto che essendo appena partito la sua attività non fosse sponsorizzata a gran voce, ci ha permesso di vivere l'esperienza in maniera intima, senza che fosse compromessa dalla commercializzazione e quindi dalla scarsa autenticità.
Terminata la nostra esperienza con Ronald, ci dirigiamo verso il nostro alloggio, il giorno successivo abbiamo l'aereo di ritorno su Oslo molto presto, per questo decidiamo di alloggiare vicino all'aeroporto (l'aeroporto di riferimento si chiama Evenes, ed è a circa 50 minuti di auto da Narvik). Abbiamo quindi dormito al Bogen Hostel, a 96 euro (per un appartamento con letto matrimoniale e cucina). L'ostello è in una location splendida, sul mare, dal nostro appartamento tutto a vetrate godevamo di una vista meravigliosa. Anche in questo caso dotatevi del necessario per cucinare, perchè nelle vicinanze non ci sono ristoranti.
DAY7, 2 gennaio: Rietro ad Oslo da Evenes, arriviamo ad Oslo nel pomeriggio (durata del volo 2h:30) e ci dedichiamo ad una visita a piedi del centro città. Dormiamo nuovamente al City Box Oslo, imbattibile per prezzo e posizione, a 72euro.
DAY8, 3 gennaio: volo da Oslo a Venezia. La nostra avventura è finita, ma le meravigliose isole norvegesi sono un ricordo indelebile.
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